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L’inquinamento dell’aria è uno dei principali problemi ambientali soprattutto in ambito urbano. L’Istat ha pubblicato il rapporto Noi Italia, nel quale si evidenzia che nel 2022 il 37% delle famiglie che risiedono nel nostro Paese ritiene che l’aria che respirano sia inquinata. Un quinto delle famiglie lamenta addirittura la presenza di odori sgradevoli. La percezione avrebbe però dei fondamenti concreti: nel 2022, in Italia, l’Istat stima un rialzo dello 0,9% delle emissioni di gas serra totali. Già i dati del 2021 indicavano una crescita delle emissioni complessive di gas serra del 6,2% (dai 381.248 migliaia di tonnellate CO2 equivalente del 2020 a circa 404.849), da imputare alla riapertura delle attività economiche e alla ripresa della mobilità post Covid.

L’8,1% delle emissioni è da attribuire ai processi industriali (-8,6% rispetto al 2019 e -23,2% rispetto al 1990), l’8,6% al settore agricoltura (-11,4% rispetto al 1990) e il 4,9% al settore rifiuti (+7,7% rispetto al 1990), a causa dell’aumento delle emissioni da smaltimento in discarica (16,8%), che rappresentano il 76,6% delle emissioni dei rifiuti.

Una delle fonti di inquinamento urbano è il traffico veicolare. Le città italiane spesso soffrono di congestione del traffico, con un alto numero di automobili che circolano nelle strade. Le emissioni dei veicoli, in particolare quelle dei veicoli diesel più vecchi e inquinanti, contribuiscono all’aumento dei livelli di inquinamento dell’aria. Questo può causare problemi di salute come malattie respiratorie, allergie e problemi cardiaci. Un’altra fonte di inquinamento è l’industria. Alcune città italiane hanno un’importante presenza industriale, che può comportare emissioni di sostanze chimiche e inquinanti nell’aria e nell’acqua. Le fabbriche e le centrali elettriche sono spesso responsabili di un’ampia gamma di inquinanti, tra cui biossido di zolfo, ossidi di azoto e particolato fine.

Anche il riscaldamento può contribuire all’inquinamento atmosferico. In molte città italiane, si utilizzano ancora fonti di riscaldamento tradizionali come il carbone e il legno, che emettono particolato fine e altre sostanze inquinanti quando vengono bruciati. Questo può aumentare i livelli di smog e peggiorare la qualità dell’aria, specialmente durante l’inverno. Sono sufficienti le zone a traffico limitato o aree pedonali per ridurre il numero di veicoli nelle zone più congestionate? O l’adozione di sistemi di trasporto pubblico efficienti, l’incentivazione dell’uso delle biciclette e la promozione di veicoli elettrici?

L’inquinamento nelle città italiane va poi associato all’inquinamento dentro alle case e agli uffici, molto più alto. Di conseguenza, se l’aria esterna è molto inquinata, lo sarà ancora maggiormente quella indoor. È un problema complesso da affrontare e richiede un impegno continuo da parte delle autorità locali, dei cittadini e delle industrie per ridurre le emissioni e preservare la nostra salute e anche l’ambiente.