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La polvere del Sahara è nuovamente visibile in Italia a causa di un anticiclone africano che sta portando temperature elevate e un nuovo afflusso di sabbia desertica. Questo fenomeno, simile a quelli avvenuti l’8-9 giugno e il 13-14 giugno 2024, ha colorato i cieli di giallo e lasciato residui di polvere rossa sulle automobili. La nuova ondata di polvere porta potenziali effetti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute di milioni di Italiani, come affermato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA).

La presenza di polvere del Sahara nell’aria può causare vari problemi di salute, specialmente per persone con patologie respiratorie o cardiovascolari. Tra gli effetti più comuni ci sono:

  • Irritazioni respiratorie: La polvere può causare irritazioni alle vie respiratorie, portando a sintomi come tosse e difficoltà respiratorie.
  • Problemi cardiovascolari: L’esposizione prolungata a particolato fine può aumentare il rischio di eventi cardiovascolari.
  • Irritazioni oculari: La polvere può causare irritazioni agli occhi, portando a fastidio e arrossamento.

Per minimizzare l’esposizione e i rischi per la salute, SIMA consiglia di:

  • Evitare attività all’aperto, specialmente per le persone vulnerabili.
  • Utilizzare mascherine per ridurre l’inalazione di polveri sottili.
  • Tenere porte e finestre chiuse per evitare che la polvere entri nelle abitazioni.
  • Monitorare la qualità dell’aria attraverso le applicazioni e i siti web dedicati.

Aggiungiamo noi: può essere utile dotarsi di un purificatore d’aria domestico per filtrare le particelle inquinanti. Infatti, è più corretto parlare di ‘polveri’ e non di sabbia. Quest’ultima è infatti troppo pesante e grossolana per essere trasportata dai venti fino a noi. Le particelle più minute, al contrario, se inserite in un flusso abbastanza intenso, riescono a vincere la forza di gravità e possono percorrere migliaia di chilometri prima di depositarsi.

Queste polveri sahariane possono contenere anche metalli pesanti al loro interno (si spiega il fenomeno della polvere attratta dai magneti?) e unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell’aria che finiscono per essere inalate dall’uomo. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Occupational and Environmental medicine ha accertato un aumento dei ricoveri ospedalieri per cause respiratorie in presenza di polveri sahariane nell’aria. Il consiglio è quindi quello di evitare il più possibile l’esposizione alle polveri desertiche, specie per i soggetti che già soffrono di malattie o disturbi respiratori”, spiega invece Sima. In auto, usate quindi il climatizzatore (che filtra l’aria) e non aprite il finestrino.