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La scarsa qualità dell’aria interna è stata collegata a una serie di malattie , tra cui asma, polmonite, cancro ai polmoni, malattie polmonari ostruttive croniche e malattie cardiovascolari.

In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità stima che ogni anno circa 9 milioni di persone si ammalano di allergie respiratorie derivanti dalla presenza di pollini nell’aria e quattro milioni di essi ricorrono a cure. Si calcola che circa il 15-20 per cento della popolazione italiana soffre di allergie, un fenomeno in crescita. In generale, i bambini sono i gruppi più colpiti dalle conseguenze dell’inquinamento dell’aria in ambito domestico, responsabile del 4,6% delle morti per tutte le cause nei bambini da 0 a 4 anni, per infezioni respiratorie acute. In Europa il 20-30% delle famiglie ha problemi di umidità nelle abitazioni, con un conseguente aumento del 50% del rischio di problemi respiratori e il 13% di casi di asma infantile (OMS 2009).

Il miglioramento della qualità dell’aria interna all’interno degli edifici dove abitiamo e dove lavoriamo ogni giorno per tante ore è un obiettivo da perseguire, se vogliamo preservare la nostra salute da molteplici problemi che potrebbero insorgere in futuro.

L’aria negli ambienti interni è più inquinata di quella esterna. Come riportato sulla Relazione per il Ministro della Salute datata marzo 2000 per il Piano Nazionale di prevenzione della salute negli ambienti confinati, la maggior parte della popolazione dei paesi industrializzati trascorre sino al 90% del proprio tempo in ambienti confinati: abitazione, lavoro e spazi commerciali o ricreativi).

Recenti studi di settore hanno confermato che, in presenza di fonti interne e con bassi livelli di ricircolo dell’aria, i livelli degli inquinanti riscontrabili negli ambienti indoor (in particolare i livelli dei composti organici volatili – COV), possono essere molto superiori rispetto a quelli rilevati all’esterno, talvolta anche 10-20 volte maggiori, come nel caso della formaldeide. Normalmente, gli occupanti degli edifici risultano esposti non a una singola sostanza, ma a una miscela di sostanze inquinanti, in concentrazioni variabili nello spazio e nel tempo, emesse da sorgenti che possono essere differenti per numero e tipologia.

D’inverno capita raramente di aprire le finestre per ricambiare l’aria, con l’effetto di un ristagno di polveri, gas inquinanti, odori, fumo di sigaretta, composti organici volatili, allergeni e agenti patogeni che spesso ci causano occhi e gola irritati, mal di testa, spossatezza, scarsa capacità di concentrazione, fino ad arrivare a vere e proprie patologie gravi come asma e tumori.

L’inquinamento indoor è determinato da comportamenti o fattori messi inconsapevolmente in atto, come la scorretta abitudine di non areare gli ambienti quando si cucina, di utilizzare deodoranti o prodotti per la pulizia domestica, ma anche dalla presenza di materiali di costruzione o di mobili da arredo che al loro interno possono contenere e sprigionare determinate sostanze inquinanti o irritanti. La stessa cosa vale anche per gli ambienti lavorativi indoor, dove si aggiungono polveri sottili dovute alla climatizzazione, ai toner delle stampanti, alle molteplici fonti irritanti e tossiche.

Documenti dell’Istituto Superiore di Sanità, come il Rapporto ISS COVID-19 n. 11/2021 e dell’United States Environmental Protection Agency “Air Cleaners, HVAC Filters, and Coronavirus (COVID-19)” e altri, descrivono le funzionalità e l’efficacia dei sanificatori e purificatori d’aria nella lotta agli agenti patogeni e inquinanti indoor. Installare un apparecchio che purifica l’aria è sinonimo di uno standard di sicurezza superiore dell’aria in ogni appartamento, ufficio, scuola, locale pubblico per proteggere più efficacemente la propria salute e quella degli altri.