Skip to main content

Controllare la qualità dell’aria è una pratica doverosa perché dobbiamo sapere se respiriamo inquinanti e allergeni. Quest’opera di monitoraggio viene effettuata nelle grandi città dagli enti preposti, ma nessuno lo fa negli spazi al chiuso: scuole, ospedali, case, uffici.

Nelle scuole di Denver e di Boston hanno inserito dei sensori nelle aule e reso i dati disponibili al pubblico, in modo che genitori possano essere a conoscenza della qualità dell’aria che respirano i loro figli. La città di New York sta valutando un piano simile per le scuole e gli edifici governativi. Amazon ha appena implementato una rete di monitoraggio della qualità dell’aria in tempo reale negli uffici.

Basta poco per monitorare l’aria nei propri edifici e sarebbe consigliabile farlo subito per una serie di motivi. In primo luogo perché molte malattie, anche quelle più gravi come l’asma e i tumori, sono causati dall’aria che respiamo, su questo non ci sono più dubbi. In secondo luogo perché i sensori a basso costo (circa 150 euro) possono essere installati nei nostri uffici, nei bar, nelle case, dandoci immediatamente un riscontro su cosa succede. L’inverno è portatore di inquinamento superiore rispetto alle stagioni calde.

Salute, sicurezza e presenza dei lavoratori. Se la qualità dell’aria non è pericolosa, ci sono vantaggi in termini di produttività in ufficio. E i sensori sono un modo per garantire che gli edifici possano essere efficienti dal punto di vista energetico e protettivi per la salute dei dipendenti. Un’aria migliore negli edifici porta anche meno malattie e a meno giorni di lavoro persi. Sappiamo che virus come il Covid, l’influenza di stagione e i raffreddori vengono trasmessi attraverso l’aria degli ambienti chiusi dove c’è scarsa ventilazione e filtrazione.

I sensori della qualità dell’aria possono anche essere uno strumento utile alla sostenibilità ambientale. Gli edifici rappresentano il 40% delle emissioni globali di gas serra, in alcune città è del 70%. Potremmo risparmiare molta energia chiudendo le finestre e limitando la quantità di aria esterna che entra, ma ciò la renderebbe ricca di germi. Occorre quindi attivare dei sistemi di purficazione d’aria per trovare l’equilibrio ottimale.

Quasi tutti i sistemi di qualità dell’aria sul mercato, compresi quelli a basso costo, misurano gli stessi indicatori, tra cui:

  • CO2: l’anidride carbonica è un ottimo indicatore per la ventilazione dell’aria esterna. Gli esseri umani sono la principale fonte di CO2 negli ambienti chiusi, quindi se CO2 è alto, è segno che nell’edificio non entra abbastanza aria esterna. Lo standard minimo di ventilazione (che non protegge dalla trasmissione di malattie infettive né cattura i benefici sulle funzioni cognitive di un’aria migliore) per un ufficio equivale a circa 1000 ppm. Gli esperti, inclusi i Centers for Disease Control, consigliano di fissare l’obiettivo di CO2 a 800 ppm.
  • PM2.5: un elemento di inquinamento dell’aria esterna è il PM, polvere sospesa nell’aria così piccola da poter viaggiare fino alla parte più profonda dei polmoni, riducibile attraverso la filtrazione utilizzando filtri HEPA 13.  Porta conseguenze negative per la salute, inclusi attacchi cardiaci e asmatici, cattiva salute mentale, maggiore probabilità di ansia e depressione e rischio di ricovero ospedaliero anche dopo esposizioni acute a breve termine, come durante un incendio.
  • VOC: i “composti organici volatili totali” sono un indicatore del carico chimico nell’aria. Questo è difficile da valutare perché ci sono centinaia e centinaia di COV negli edifici – da tappeti, vernici, deodoranti e prodotti per la pulizia – e, mentre alcuni sono relativamente benigni, altri possono causare il cancro. Se un i VOC superano costantemente le 1.000 ppb occorre scovare la causa.
  • Temperatura e umidità relativa: Il comfort termico è una combinazione di diversi fattori, tra cui temperatura e umidità relativa, nonché attività fisica, abbigliamento, movimento dell’aria e fattori personali. Molti edifici misurano solo la temperatura, ma ciò non è sufficiente. L’umidità alta porta una “sensazione reale” superiore della temperatura. In secondo luogo, l’umidità relativa è davvero importante per la salute, se invece è bassa le principali difese del corpo nei polmoni non saranno efficaci nel catturare ed eliminare l’inquinamento atmosferico. Negli edifici, dovresti puntare a un punto ottimale di circa 22-23°C con un 30-60% di umidità relativa.

Affinché i sensori riflettano ciò che stanno vivendo le persone nell’edificio è necessario posizionarli nelle aree occupate ad “altezza di respiro”. Meglio averne uno per ogni stanza occupata. Il Covid ha portato a una consapevolezza universale sull’importanza della qualità dell’aria interna e sviluppare un piano per garantire la sicurezza delle persone nei loro edifici è doveroso.